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DECRETO 11 ottobre 2017
DECRETO 11 ottobre 2017 .
 Criteri ambientali minimi per l’affidamento di servizi di
progettazione e lavori per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici.
 IL MINISTRO DELL’AMBIENTE
E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO
E DEL MARE
 Vista omissis
 Visto omissis

 Ritenuto omissis 

 Decreta:

 Articolo unico

 1. Sono adottati i Criteri ambientali minimi per l’«Affidamento di servizi di progettazione e lavori 

     per la nuova costruzione, ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici» riportati 

     nell’allegato al presente decreto. 

 2. L’allegato 2 al decreto 11 gennaio 2017 pubblicato

      nella Gazzetta Ufficiale n. 23 del 28 gennaio 2017, dalla data di entrata in vigore del presente 

  decreto è sostituito dall’allegato di cui al comma 1.

 3. Le stazioni appaltanti, in riferimento agli interventi effettuati nelle zone territoriali 

       omogenee (ZTO) «A» e «B», di cui al decreto interministeriale del 2 aprile 1968

       n. 1444, per le tipologie di intervento riguardanti gli interventi ristrutturazione edilizia, 

   comprensiva degli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici, potranno applicare 

   in misura diversa, motivandone le ragioni, le prescrizioni previste dai seguenti criteri 

   dell’allegato di cui al comma 1:

 2.2.3 (riduzione del consumo di suolo e mantenimento della permeabilità dei suoli), relativamente alla

        superficie territoriale permeabile della superficie di progetto e alla superficie da destinare a verde;

 2.3.5.1 (illuminazione naturale).

 Il presente decreto, entra in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

 Roma, 11 ottobre 2017

 Il Ministro: GALLETTI

ALLEGATO

 Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore

della Pubblica amministrazione

 ovvero

 Piano d’azione nazionale sul Green Public Procurement (PANGPP)

 CRITERI AMBIENTALI MINIMI PER L’AFFIDAMENTO DI

SERVIZI DI PROGETTAZIONE E LAVORI PER LA NUOVA

COSTRUZIONE, RISTRUTTURAZIONE E MANUTENZIONE

DI EDIFICI PUBBLICI 

 articoli utili 

2.2.5 Approvvigionamento energetico

 Il progetto di nuovi edifici o la riqualificazione energetica di edifici esistenti, 

 ferme restando le norme e i regolamenti più restrittivi (es. piani di assetto di parchi e riserve, 

 piani paesistici, piani territoriali provinciali, regolamenti urbanistici e edilizi comunali, etc.) 

 deve prevedere un sistema di approvvigionamento energetico (elettrico e termico) in

 grado di coprire in parte o in toto il fabbisogno, attraverso almeno uno dei seguenti interventi:

 a) la realizzazione di centrali di cogenerazione o trigenerazione;

 b) l’installazione di parchi fotovoltaici o eolici;

 c) l’istallazione di collettori solari termici per il riscaldamento di acqua sanitaria;

 d) l’installazione di impianti geotermici a bassa entalpia;

 e) l’installazione di sistemi a pompa di calore;

 f) l’installazione di impianti a biomassa.

 

 La quota di copertura attraverso fonti rinnovabili del fabbisogno

energetico del complesso dei fabbricati non può essere inferiore alla somma delle quote specifiche 

dei singoli edifici, così come incrementate in conformità a quanto previsto dal successivo 

criterio 2.3.3. (es. nel caso di un complesso formato da due edifici A e B con destinazioni 

d’uso diverse e richieste di copertura da fonti rinnovabili diverse per ciascuno dei due

edifici si incrementa la copertura, attraverso fonti rinnovabili, del fabbisogno energetico 

complessivo di una quota pari almeno al 10%).

 

 Verifica: per dimostrare la conformità al presente criterio, il progettista deve presentare una relazione tecnica, 

 con relativi elaborati grafici, nella quale sia evidenziato lo stato ante operam, gli interventi previsti, 

 i conseguenti risultati raggiungibili e lo stato post operam. Qualora il progetto

sia sottoposto ad una fase di verifica valida per la successiva certificazione

dell’edificio secondo uno dei protocolli di sostenibilità energetico-ambientale degli edifici 

(rating systems) di livello nazionale o internazionale, la conformità al presente criterio può essere dimostrata 

se nella certificazione risultano soddisfatti tutti i requisiti riferibili alle prestazioni ambientali

richiamate dal presente criterio. In tali casi il progettista è esonerato dalla

presentazione della documentazione sopra indicata, ma è richiesta la presentazione degli elaborati 

e/o dei documenti previsti dallo specifico protocollo di certificazione di edilizia sostenibile perseguita.

 

 2.3 SPECIFICHE TECNICHE DELL’EDIFICIO

2.3.1 Diagnosi energetica

 Per progetti di ristrutturazione importante di primo livello e per

progetti di ristrutturazione importante di secondo livello di edifici con

superficie utile di pavimento uguale o superiore a 2500 (duemilacinquecento) 

metri quadrati, deve essere condotta o acquisita (oltre all’APE ove richiesta 

dalle leggi vigenti) una diagnosi energetica(10) per individuare la prestazione

 energetica dell’edificio e le azioni da intraprendere per la riduzione del 

 fabbisogno energetico dell’edificio. Tale diagnosi dovrà includere la valutazione

 dei consumi effettivi dei singoli servizi energetici degli edifici oggetto di 

 intervento ricavabili dalle bollette energetiche riferite ad almeno i tre anni 

 precedenti o agli ultimi tre esercizi adeguatamente documentati. 

 In caso di utilizzo dell’edificio dameno di tre anni o di indisponibilità di 

 bollette dei tre anni precedenti o riferite agli ultimi tre esercizi, la diagnosi 

 energetica può essere redatta sulla base di una stima dei consumi dalle bollette 

 energetiche riferite all’ultimo anno (per il riscaldamento in base ai gradi giorno).

 Talicon sumi devono essere normalizzati per tenere conto dell’andamento

 climatico dell’ultimo anno. In caso di inutilizzo della struttura per oltre

 5 anni, la diagnosi energetica può essere redatta sulla base di una stima dei consumi. 

 

  Per i progetti di ristrutturazione importante di secondo livello di

edifici con superficie utile di pavimento inferiore a 2500 (duemilacinquecento) 

metri quadrati e per i progetti di riqualificazione energetica,

gli interventi devono essere supportati da una valutazione costi/benefici

e deve essere in ogni caso presentato l’APE(11)

 Verifica: per dimostrare la conformità al presente criterio, il progettista deve presentare, 

 per i casi ivi previsti:

 una diagnosi energetica redatta in base alle norme UNI CEI EN

16247, da un soggetto certificato secondo la norma UNI CEI 11339 o

UNI CEI 11352 da un organismo di valutazione della conformità, che

contenga una valutazione della prestazione energetica dell’edificio-impianto e 

delle azioni da intraprendere per la riduzione del fabbisogno

energetico, conformemente alla normativa tecnica vigente

 l’APE, conformemente alla normativa tecnica vigente (12)

 Qualora il progetto sia sottoposto ad una fase di verifica valida

per la successiva certificazione dell’edificio secondo uno dei protocolli di

sostenibilità energetico-ambientale degli edifici (rating systems) di livello

nazionale o internazionale, la conformità al presente criterio può essere 

dimostrata se nella certificazione risultano soddisfatti tutti i requisiti riferibili

alle prestazioni ambientali richiamate dal presente criterio. In tali casi il progettista

 è esonerato dalla presentazione della documentazione sopra indicata, ma è richiesta 

 la presentazione degli elaborati e/o dei documenti previsti

dallo specifico protocollo di certificazione di edilizia sostenibile perseguita. 

                     2.3.2 Prestazione energetica

 I progetti degli interventi di nuova costruzione, inclusi gli interventi di demolizione e 

 ricostruzione e quelli di ampliamento di edifici esistenti che abbiano un volume lordo 

 climatizzato superiore al 15% di quello esistente o comunque superiore a 500 m 3

 , e degli interventi di ristrutturazione importante di primo livello, ferme restando le norme e i

regolamenti più restrittivi (es. regolamenti urbanistici e edilizi comunali, etc.), 

devono garantire le seguenti prestazioni: il rispetto delle condizioni di cui all’allegato 

1 par. 3.3 punto 2 lett. b) del decreto ministeriale 26 giugno 2015 (13) prevedendo, fin

d’ora, l’applicazione degli indici che tale decreto prevede, per gli edifici

pubblici, soltanto a partire dall’anno 2019.

 adeguate condizioni di comfort termico negli ambienti interni,

attraverso una progettazione che preveda una capacità termica areica

interna periodica (Cip) riferita ad ogni singola struttura opaca dell’involucro esterno, 

calcolata secondo la UNI EN ISO 13786:2008, di almeno

40 kJ/m 2 K oppure calcolando la temperatura operante estiva e lo scarto

in valore assoluto valutato in accordo con la norma UNI EN 15251.

 I progetti degli interventi di ristrutturazione importante di secondo

livello e di riqualificazione energetica riguardanti l’involucro edilizio

devono rispettare i valori minimi di trasmittanza termica contenuti nelle

tabelle 1-4 di cui all’appendice B del decreto ministeriale 26 giugno

2015 e s.m.i, relativamente all’anno 2019 per gli edifici pubblici. 

I valori di trasmittanza delle precedenti tabelle si considerano non comprensivi

 dell’effetto dei ponti termici. In caso di interventi che prevedano l’isolamento termico dall’interno

 o l’isolamento termico in intercapedine, indipendentemente dall’entità della superficie coinvolta, 

 deve essere mantenuta la capacità termica areica interna periodica dell’involucro

 esterno precedente all’intervento o in alternativa va calcolata la temperatura operante estiva

 in accordo con la UNI 10375 e lo scarto in valore assoluto valutato in accordo con la norma 

 UNI EN 15251 rispetto a una temperatura di riferimento (verificare in parallelo il rispetto di quanto

prescritto dai criteri 2.3.5.2 e 2.3.5.7). 

 Verifica: per dimostrare la conformità al presente criterio, il progettista deve presentare la 

 relazione tecnica di cui al decreto ministeriale 26 giugno 2015 e l’Attestato di prestazione 

 energetica (APE) dell’edificio ante e post operam, gli interventi previsti, i conseguenti risultati raggiungibili. 

 La temperatura operante estiva (θo,t) si calcola secondo la procedura descritta dalla UNI 10375, 

 con riferimento al giorno più caldo della stagione estiva (secondo UNI 10349 parte 2) e per l’ambiente 

 dell’edificio destinato alla permanenza di persone ritenuto più sfavorevole (14) Lo scarto

in valore assoluto (∆Ti), che corrisponde al livello minimo di comfort da garantire nell’ambiente 

più sfavorevole, si valuta con la seguente formula:

 

Delta Ti = │Teta o,t - Teta rif│ = 4°C

dove:

 Teta rif = (0.33 x Teta est)+ 18,8

dove:

Teta est =  temperatura esterna media del giorno più caldo calcolato secondo UNI 10349 parte 2

 

In alternativa i parametri sopra citati possono essere valutati con metodi di calcolo più accurati. 

 

 Qualora il progetto sia sottoposto ad una fase di verifica valida per la successiva certificazione 

 dell’edificio secondo uno dei protocolli di sostenibilità energetico-ambientale degli edifici (rating systems)

 di livello nazionale o internazionale, la conformità al presente criterio può essere dimostrata se nella 

 certificazione risultano soddisfatti tutti i requisiti riferibili alle prestazioni ambientali richiamate 

 dal presente criterio. In tali casi il progettista è esonerato dalla presentazione della documentazione 

 sopra indicata, ma è richiesta la presentazione degli elaborati e/o dei documenti

 previsti dallo specifico protocollo di certificazione di edilizia sostenibile perseguita.

                          2.3.3 Approvvigionamento energetico

 I progetti degli interventi di nuova costruzione (15) e degli interventi di ristrutturazione rilevante (16) ,

 inclusi gli interventi di demolizione e ricostruzione, ferme restando le norme e i regolamenti più restrittivi 

 (es. regolamenti urbanistici e edilizi comunali, etc.), devono garantire che il fabbisogno energetico 

 complessivo dell’edificio sia soddisfatto da impianti a fonti rinnovabili o con sistemi alternativi 

 ad alta efficienza (cogenerazione o trigenerazione ad alto rendimento, pompe di calore centralizzate etc.) 

 che producono energia all’interno del sito stesso dell’edificio per un valore pari ad un ulteriore 10% 

 rispetto ai valori indicati dal decreto legislativo 28/2011, allegato 3, secondo le scadenze temporali ivi previste.

 

 Verifica: per dimostrare la conformità al presente criterio, il progettista deve presentare una relazione tecnica 

 contenente la relazione sul fabbisogno energetico e il progetto dell’impianto a fonti rinnovabili da installarsi 

 con il calcolo della percentuale di fabbisogno coperta, con allegati degli elaborati grafici, nei quali siano 

 evidenziati lo stato ante operam, gli interventi previsti, i conseguenti risultati raggiungibili e lo stato post

operam. Qualora il progetto sia sottoposto ad una fase di verifica valida per la successiva certificazione dell’edificio 

secondo uno dei protocolli di sostenibilità energetico-ambientale degli edifici (rating systems) di livello nazionale 

o internazionale, la conformità al presente criterio può essere dimostrata se nella certificazione risultano 

soddisfatti tutti i requisiti riferibili alle prestazioni ambientali richiamate dal presente criterio. In tali casi

il progettista è esonerato dalla presentazione della documentazione sopra indicata, ma è richiesta la presentazione 

degli elaborati e/o dei documenti previsti dallo specifico protocollo di certificazione di edilizia sostenibile perseguita.